Migiana

Sulla sommità di un poggio addossato al fianco occidentale di monte Malbe, a controllo della pianura attraversata dal torrente Caina, si trova il borgo di Migiana. Sull’omonima frazione, insieme a quella di Capocavallo, con cui confina, si sviluppa la maggior parte delle aree boscate del comune che occupano oltre la metà del territorio della stessa.

In antichi documenti vengono riportati i nomi di Megiana, Massa di Morgiana, Miggiana ma, nelle leggende di Santa Margherita da Cortona, il castello di Migiana viene chiamato Migianum post Corcianum.

Un primo fortilizio era presente già nell’alto medioevo, ma tale struttura, logorata dal tempo e dall’incuria, finì per scomparire. Di essa rimase ricordo, almeno fino al XIV secolo, nel toponimo Castilonchio, ad indicare un luogo non lontano dall’attuale borgo.

La comunità continuò comunque ad occupare quel sito, dal momento che l’area pianeggiante piuttosto vicina all’abitato, offriva buone opportunità di sviluppo per l’attività agricola, per la presenza di numerosi terreni da bonificare e mettere a coltura.

Ma ciò che più di ogni altra cosa rappresentò un elemento di forte attrazione per gli abitanti del luogo, contribuendo ad evitarne l’allontanamento, fu la presenza di due importanti nuclei religiosi, situati a breve distanza dall’abitato, la pieve di San Giovanni intra montes, attualmente inglobata all’interno della fortificazione di Pieve del Vescovo e l’eremo di San salvatore di Monte Malbe, più comunemente chiamato Romitorio, la cui struttura, immersa nel bosco, è oggi visibile esternamente e raggiungibile anche attraverso alcuni sentieri escursionistici.

Ben presto quindi  la comunità costruì un nuovo abitato, non lontano dal precedente. Alla metà del Trecento la maggior parte della gente risiedeva all’interno della nuova struttura, nonostante che alcuni migianesi abitassero anche in domus sparse per la campagna, situate al centro o in prossimità dei campi da coltivare.

Nonostante il nucleo urbano si configurasse abbastanza compatto, la mancanza di una fortificazione fece sì che Migiana venisse menzionata sempre come villa.

Dotata di una chiesa dedicata a San Bartolomeo già nel corso del XIII secolo, anche se la prima menzione risale al 1361, la comunità, alla metà del Duecento, risulta essere in forte crescita.

Solo quando la necessità di difesa si fece più pressante, nacque l’esigenza di dotarsi di una cinta muraria: nel 1396, infatti, fu concesso agli abitanti della villa di costruire, a proprie spese, un fortilizio che venne ultimato in pochi anni. Costretto a sottomettersi agli attacchi delle truppe pontificie e ad arrendersi, nel 1416, alle armi vittoriose di Braccio Fortebraccio, subì ulteriori gravi danni nel 1503 al passaggio delle soldatesche di Cesare Borgia, deciso a scacciare i Baglioni da Perugia. Alla fine del XV secolo, il luogo venne definitivamente indicato come castrum. La compresenza dei due momenti insediativi è forse da attribuire al fatto che la cinta muraria andò a circondare solo la parte elevata dell’insediamento, lasciando fuori le abitazioni ubicate lungo la via di accesso al castello; alcune di esse, poste all’esterno del fortilizio, sembrano infatti essere contemporanee o addirittura successive alla costruzione dello stesso.

La chiesa del borgo è dedicata a san Bartolomeo. Già presente in età medievale, venne ristrutturata tra il 1853 ed il 1859. L’edificio venne ingrandito e la pianta fu trasformata a navata unica. Ai cinque altari già esistenti venne mutato il titolo, eccetto al maggiore, dedicato a san Bartolomeo apostolo, titolare della chiesa. Nella parte sinistra furono posizionati l’altare della Madonna addolorata, già dedicato a san Carlo, e quello di sant’Antonio da Padova, dedicato precedentemente alla Madonna del Buon Consiglio, il cui culto,  per maggiore devozione da parte dei fedeli, venne spostato in nell’altare maggiore. A destra, trovarono sede l’altare del Crocifisso e quello della Madonna delle Grazie o delle Campore. Il 21 luglio, dal soppresso monastero della beata Colomba di Perugia, giunse un  eccellente organo realizzato trent’anni prima da Adamo Rossi e costato solo £ 120. Il 27 agosto 1859 i lavori erano giunti al termine e il giorno seguente la chiesa venne solennemente inaugurata.

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